«L'aspetto visivo della globalizzazione è il luogo (brand), diventato ormai un linguaggio universale, conosciuto e comprensibile in ogni parte del mondo.
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Proprio contro questa invasione del brand nello spazio pubblico si sono polarizzati gruppi attivisti di diverso tipo, che condividono però un fondamento ideologico molto importante: l'opposizione alla cultura dei consumi.
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L'attivismo anti-globalizzazione comprende anche un'importante componente creativa. In particolare, quella tendenza artistica che è nata e si è sviluppata nelle strade delle metropoli postmoderne: le cosidetta Street Art o Postgraffitismo. Si tratta dunque di "arte abusiva", che sfrutta il paesaggio urbano per lanciare il proprio messaggio contro l'invasione del marchio. (...) Cosí, la Street Art ha iniziato a combattere l'invasione del marchio sul suo stesso terreno, usando le stesse strategie per recuperare lo spazio pubblico perso in anni e anni di cultura dei consumi.»
Claudia Galal